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  • Compact Disc (CD) + Digital Album

    gatefold case - 24-page booklet - 100% recycled paper - original artwork by felix schramm, layout by johanna invrea

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1.
il quieto 02:12
Una torva ripetizione, nome dopo nome escluso il mio, un paese senza donne che seguano il mio passo, un vecchio adagio che mi sottrae al sonno, per cercare la tua voce che non dice cose nuove, le persone a me note ma il mio nome è scordato, tra le stoppie un aratro quietato e ogni canto è avvertito da poche di' il mio nome di' il mio nome Una cupa ripetizione, nome dopo nome escluso il mio, un paese senza donne che seguano il mio passo, un vecchio adagio che mi sottrae al sonno, per cercare la tua voce che non dice cose nuove, le persone a me note ma il mio nome è scordato, tra le stoppie un aratro quietato e ogni canto è avvertito da poche di' il mio nome di' il mio nome il mio nome//
2.
la lettera 02:55
L'opera di una mano inferma eppure la lettera ha forma e contenuti che scottano e bruciano retine ed occhiali come una nana bianca allegata al tuo giornale Coro: Ci sono solo facce e foto di persone note che disconosco, per sentirmi più reale ho spostato il punto di fuga sul temporale che incombe su ogni fronte e le mani le hai raccolte le vocali molto storte le vocali troppo storte L'opera di una mano inferma eppure la lettera ha forma e contenuti che scottano e bruciano retine ed occhiaie come una nana bianca allegata al tuo giornale Ripeti coro//
3.
Senso sesto nell'aria incendiata, è un divano art déco, tappezziere mancante ascesa ogni scala per provviste residue, temendo un anticipo di inverno nucleare la sedia del tramonto è vaiolo in incognito, la sedia del tramonto è uno sgorbio nell'unico campo già buio pesto, cordiali saluti da un cappello di paglia cordiali saluti da un cappello di paglia... Senso sesto nell'aria screziata, prediletto il rosa che sferza le mura nel castello di carta, tu sola edificante, tutto il resto maceria non più commerciabile l'ascensore del tramonto è vaiolo in incognito, l'ascensore del tramonto è uno sgorbio nell'unico campo già buio pesto, cordiali saluti da un cappello di paglia cordiali saluti da un cappello di paglia... Il tuo male, hai detto, si specchia nel fragore, a casa al caldo contando ore di sciopero generale, diciotto da adesso, visto troppo, annientato il balcone tormentato annientando il balcone, sparpagli molte cose, molte cose... Siamo i soli a pregare davvero in questo posto, siamo i soli a pregare davvero la semiotica dell'interno 20, osservato da altrove: casualità, tic, refuso la semiotica dell'interno venti visto da altrove è: casualità, tic, refuso casualità, tic, errore, scalpore... (ad libitum) Siamo i soli a pregare davvero, siamo i soli a pregare davvero//
4.
(Arativo dico, arativo dico) Bonario sì, ma con del tempo alle spalle dico solco e tu speculi sull'arte del vangare silenziato il belato tra le fronde assorte ma se tutto dorme, sto parlando nel sonno c'è della gente che a guardarla senti il crampo e la pala c'è un sacco di strada nell'arativo di domenica certa gente non guardarla, senti il crampo e la pala c'è un sacco di strada, c'è un sacco di strada (arativo dico, arativo...) Rutti sparsi come moniti al soffitto ma ogni casa è divelta, coreografia di una disfatta benché resti l'acqua e ogni sua meraviglia ho coltivato l'idea che tu sia sorta dalla torba c'è della gente che a guardarla senti il crampo e la pala c'è un sacco di strada nell'arativo di domenica certa gente non guardarla, nell'arativo di domenica senti il crampo e la pala, c'è della gente che a guardarla senti il crampo e la pala (ad lib.), nell'arativo di domenica (Arativo dico, arativo dico) Bonario sì, ma con del tempo alle spalle dico solco e tu speculi sull'arte del vangare silenziato il belato tra le fronde pendule ma se tutto dorme, sto parlando nel sonno c'è della gente che a guardarla senti il crampo e la pala c'è un sacco di strada nell'arativo di domenica certa gente non guardarla, e l'arativo di domenica c'è della gente che a guardarla, non guardarla, non guardarla, senti il crampo e la pala (ad lib.), l'arativo, dico//
5.
hysterisma 03:56
Vendi, compra, vendi, tendi al mutismo ti ho chiesto un po' di calma e tu mi hai tolto la parola verboso fino a sgolarti, il gesto della mano indica la porta o una goffa transazione (vendi più in fretta del carbone) e il ferroviere metafisico ha lasciato casa con la donna del peggior nemico, un freddo sofista con la puzza sotto il suo Parnaso personale recitare per recitare o per vendere vendi, compra, vendi, tendi al vago, dico e non dico per conquistare la ballerina a fondo sala mi parlano di lei come di una vacca che - rursus prorsus - percorre il lato buio della pista per la danza Tutto liscio come linoleum, un elefante nella stanza dei cristalli, muovo i primi passi con l'incertezza di Bambi, notte fonda, ogni porta chiusa a chiave, noi a girare ho amato spesso e molto, ora non posso, ora posso, ora non posso vendi, compra, vendi, tendi al mutismo ti ho chiesto un po' di calma e tu mi hai tolto la parola verboso fino a sgolarti, il gesto della mano indica - ah... - una goffa transazione (vendi più in fretta del carbone) un elefante nella stanza dei cristalli, muovo i primi passi con l'incertezza di Bambi Notte fonda, ogni porta chiusa a chiave, noi a girare ho amato spesso e molto, ora non posso, ora posso, ora non posso, ora posso ora posso//
6.
Altro che politica del dissesto, è normale che molto vada perso nel passaggio tra natura e individuo per dire, ho sprecato molta acqua al fine di compromettere il raccolto di patate una koinè particolare che ti porta a dire e a non dire, più a non dire che a dire, a dire il vero È un parlare pregresso al pensiero, troppa gente con la faccia da cavallo (A-BI-GE-ATO) è un parlare pregresso al pensiero, troppa gente con la faccia da cavallo (ABIGEATO) Ciò non cambia la dura sostanza delle ultime stagioni, vedo fiori che soppiantano i giornali e i libri tutte piante infestanti e soggetti privi d'ingegno, ho costruito sulla base dello sdegno, del malcontento ed ora osservi turisti che scacciano i turisti dalla patria dei nonni (dei nonni dei nonni...) una casa di sordi (per la scarsa abitudine a sentire) Una scarsa abitudine a sentire, tutto scricchiola e nulla più marcisce, se non il pensiero Harold Pinter in Carnia col cappello storto scrive agli amici di una nuova glaciazione, di monti freddi come scarpe di cartone, probabilmente per troppo amore, ti voglio bene Ada bene voglio Ada, bene Ada voglio... Troppa gente con la faccia da cavallo (A-BI-GE-ATO), troppa gente con la faccia da mucca o con la faccia da cavallo (ABIGEATO) Ceausescu in Carnia col cappello nuovo scrive agli amici di un tramonto del tutto peculiare vedo tornare ciò che ho perso tempo addietro, uno sgorbio di melo, un prosciutto ivi appeso per le grandi occasioni della storia, mi son detto, lo sapevo, mi son detto//
7.
dilettanti 03:47
Allentato un vecchio capestro, l'accaduto può bastare per campare ma il dilettante ha sete e rincasa tra gli ultimi desiderare di non desiderare, desiderare o non desiderare a perdifiato in paese per le donne, il viso infossato dopo un lungo letargo ma il dilettante è sveglio e vuol farsi bastonare l'accaduto rinnega sempre ogni male (ogni male) desiderare di non desiderare, ora non resta che osservare le coscritte malnutrite e il sindaco in combutta con i boia del folklore desiderare cose ottenute già da tempo, manca solo un lampo a giustiziare il temporale, ma lo Spirito rimane (lo Spirito rimane...) Allentato un vecchio capestro, l'accaduto può bastare per campare ma il dilettante ha sete e rincasa tra gli ultimi desiderare di non desiderare, desiderare o non desiderare a perdifiato in paese per la sagra, il viso infossato per un lungo letargo ma il dilettante è sveglio e può farsi bastonare l'accaduto rinnega sempre ogni male (ogni male) desiderare di non desiderare, ora non resta che osservare le coscritte malnutrite e il sindaco in combutta con i boia del folklore desiderare cose ottenute già da tempo, manca solo un lampo a giustiziare il temporale, ma lo Spirito rimane (lo Spirito rimane...) poi sereno e pace, poi sereno e pace ma il dilettante ha fame e non sempre di cose ma il dilettante è sveglio e non vuole mollare dimenticarlo per non dimenticare (dimenticarlo per non dimenticare) Ma lo Spirito rimane, lo Spirito rimane...//
8.
parco 02:27
Il peso di un dialogo esteso a masse critiche sono un villano e parlo come mangio sempre poco, del tutto parco e poi c'è lo sguardo, non severo ma contrito scusa per il tinnitus (dong, ding, dong, ding) dove c'era uno squillo, ora l'atrio è silenziato non un passo sul selciato, i corimbi tarlati il giardino un megafono rotto (dong, ding, ding) mi scuso per il tinnitus scusa il tinnitus i corimbi tarlati dove c'era uno squillo, un megafono interrotto un megafono rotto (ding, dong, ding)//
9.
mitezza 02:44
Niente libri, lui cieco, lei analfabeta, eppure il pomeriggio non le pesa ogni piacere è sempre accidentale come il piacere di guardare, lei dice, ma cosa? Ha un motivo per credergli, lui non trova la porta il dialogo si basa su una goffa convenzione lui parla, lei cuce le parole, per farne un maglione benché la faccia sia rovente e il padrone quasi nudo la padrona quasi assente, apparentemente (pressoché assente) Un contratto di locazione che nessuno ha mai letto lui sordo ed incline alla fine del progresso pur tenendo accesa una radio di cartone lei spera che sopporti la curva del calore Ha un motivo per credergli, lui non trova la porta il dialogo si basa su una goffa convenzione lui parla, lei cuce le parole, per farne un maglione benché la faccia sia rovente e il padrone quasi nudo la padrona quasi assente, apparentemente la padrona pressoché assente, apparentemente pressoché assente, apparentemente//
10.
Cari amici, vi scrivo da distanze insondabili, dodici anni sulla Costa Barbara senza traccia della presenza agognata, ma l'indigena ha pelle chiara e la chiamo come mi pare, gli zigomi sanno di sale, la pelle di faggio bruciato la pelle di faggio bruciato sa, l'individuo abbandonato all'umanesimo colloquiale rifiuta con forza ogni richiesta d'aiuto dal mare, un naufragio dovuto alla dialettica moderna dico spesso che è tempo di parlare senza senso, senza senso dodici anni di Costa Barbara purché la luce mi torni amica l'isolamento è una scelta di vita da condividere in compagnia solo in compagnia dell'indigena dalla pelle chiara quando canta sposta la sabbia, vola la sabbia, torna la sabbia dodici anni di Costa Barbara e una dialettica inumana protratta quasi all'infinito cari amici, vi scrivo da una distanza che non mi pare normale, dodici anni sulla Costa Barbara senza traccia della presenza agognata, ma l'indigena ha pelle chiara e la chiamo come mi pare, gli zigomi sanno di sale, la pelle di faggio bruciato la pelle di faggio bruciato sa, l'individuo abbandonato all'umanesimo colloquiale rifiuta con forza ogni richiesta d'aiuto dal mare, un naufragio dovuto alla dialettica moderna dico spesso che è tempo di parlare senza senso (di parlarti senza senso) dodici anni di Costa Barbara e l'indigena dalla pelle chiara canta spostando la sabbia, volando la sabbia, tornando la sabbia dodici anni di Costa Barbara... (1994, costa barbara, Lago di Wörth, Austria)//
11.
Il linguaggio è un inciampo, dici al macellaio il linguaggio è una patacca, ma con altro non parlo se non con ciò che insinuo, e la lingua spesso inciampa nel costume incivile di voler dire altro Il taschino bucato di un abito chiassoso la nevrosi è un'altra cosa, il resto cancellato il taschino bucato di un vestito feriale la nevrosi è compagnia, il resto scarabocchio Un foglio senza senso nel taschino consunto dici al macellaio che non pensi ad altro il meglio è arrivato con perfetto tempismo ti ricordi di una sarta che ricamava rimorso Il taschino bucato di un abito chiassoso la nevrosi è un'altra cosa, il resto cancellato il taschino bucato di un vestito feriale la nevrosi è compagnia, il resto scarabocchio Con la nevrosi tu ci parli, il resto scarabocchio con la nevrosi uno ci parla, il resto bla bla con la nevrosi ci vivevi, il resto ciarpame con la nevrosi ci vivevi, tutto il resto letame, letame, letame (Così ora sei solito ripetere)//
12.
un tremore 03:31
Un misfatto, dici, ravvisato troppo tardi da una parte il valium, dall'altra certi oggetti detestabili l'estetica un'aberrazione dell'etica, senza contare, tu dici, la condizione naturale del soggetto, all'anagrafe un inetto tendenzioso con il forte sospetto che il tuo mondo al rovescio rubi tempo al suo pensiero mutuato da un vecchio breviario richiuso anzitempo per un goffo malinteso c'è un tremore manifesto, dal quel giorno ti penso stanchissima Quel misfatto che tieni sopra ogni altra cosa da una parte il tavor, dall'altra certe foto senza testa un'esperta in repulsione, ma priva di posture, sul sedile reclinato verso casa al buio; all'anagrafe un inetto tendenzioso con il forte sospetto che il tuo mondo al rovescio rubi tempo al suo pensiero mutuato da un vecchio breviario richiuso anzitempo per un goffo malinteso c'è un tremore manifesto, dal quel giorno ti ripenso stanchissima stanchissima stanchissima stanchissima//
13.
sara 02:59
Questo è il fatto nell'inconscio collettivo, tra i bossi il fatto nel subconscio collettivo molto gatto spacciato per coniglio o peggio e briciole sparse per confondere le allodole ascolta la pulsazione nella braida sul crinale, molta caccia di frodo sta nell'aspettare persone qualunque che amino il silenzio, non voglio questo ma questo è ciò che vedo e sento il mio sangue o altro sangue o peggio, non voglio questo ma è ciò che vedo un rivolo di strada che fiotta tra i versanti, ho chiamato a casa sperando di salvarti Tu conosci tutti i santi che proteggono i viandanti, tu conosci tutti i santi (non ne nascono altri) La pura suggestione nel subconscio collettivo, il fatto nel contesto rurale al tramonto hanno appeso come un monito la lepre tra gli infissi, ho detto spesso basta senza svegliare un'anima e sento il mio sangue o altro sangue o peggio, non voglio questo ma è ciò che vedo un rivolo di strada che fiotta tra i versanti, ho chiamato a casa sperando di salvarti Tu conosci tutti i santi che proteggono i viandanti, tu conosci tutti i santi (non ne nascono altri) La pura suggestione nel subconscio collettivo, il fatto nel contesto rurale al tramonto hanno appeso come un monito la lepre tra gli infissi, ho detto basta senza svegliare un'anima e sento il mio sangue o altro sangue o peggio, non voglio questo ma è ciò che vedo un rivolo di strada che fiotta tra i versanti, ho chiamato a casa sperando di salvarti Tu conosci tutti i santi che proteggono i viandanti, tu conosci tutti i santi (non ne nascono altri) Molto gatto spacciato per coniglio o peggio e briciole sparse per tornare indietro (ripeti) tu conosci molti santi (tutti i santi), e ne attendiamo altri...//
14.
giardino 02:38
La densità di una luna di mattone sulla testa vuota di un'astante priva di ragione eppure tutto si muove in precessione, Ornella, ma in quale direzione? Verso il tuo gazebo larvale e il tiglio di cartone, un mondo ridotto a volontà e a concrezione del tuo nome, Ornella e la luna di mattone - e le sue piante ipso facto vuote, vuote, le sue piante ipso facto vuote, vuote -... (Ripeti dall'inizio) Aiuto, Signore//

about

"dorsale" is the first full-length album by bruno clocchiatti's solo project forestale val d'aupa. lo-fi ambience, tipsy instruments, contemporary poetry and a quasi-punk attitude merge into a genuine, impressive songwriting

credits

released February 9, 2017

music & lyrics by bruno clocchiatti

bruno clocchiatti: voice, guitar, harmonica, keyboards, balalaika, percussions, metal stuff, balled-up paper, table, coat hanger, hair-drier, doorphone
v.o. trevisan: shortwave radio
TIR: additional keyboards on dilettanti, un tremore & giardino

recorded 2014-2016 with a galaxy tab4 internal mic, in the kitchen of an alpine lodge. premix by bruno clocchiatti, pagnacco (ud), italy. final mix and nano-engineering by TIR, santarcana (rn), italy

artwork:
collages by felix schramm, felixschramm.net
.cover: multilayer 131 (detail), 2010
.booklet: multilayer 102, 2009, and multilayer 097, 2009
.cd print: multilayer 005 (detail), 2006
layout by johanna invrea, johannainvrea.com

artistic production by bruno clocchiatti & RR
executive production by RR

thank you to felix schramm, marco pandolfini, johanna invrea & francesco bocchini

thank you to linda

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