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1. |
il quieto
02:12
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Una torva ripetizione, nome dopo nome
escluso il mio, un paese senza donne
che seguano il mio passo, un vecchio adagio
che mi sottrae al sonno, per cercare la tua voce
che non dice cose nuove, le persone a me note
ma il mio nome è scordato, tra le stoppie un aratro
quietato
e ogni canto è avvertito da poche
di' il mio nome
di' il mio nome
Una cupa ripetizione, nome dopo nome
escluso il mio, un paese senza donne
che seguano il mio passo, un vecchio adagio
che mi sottrae al sonno, per cercare la tua voce
che non dice cose nuove, le persone a me note
ma il mio nome è scordato, tra le stoppie un aratro
quietato
e ogni canto è avvertito da poche
di' il mio nome
di' il mio nome
il mio nome//
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2. |
la lettera
02:55
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L'opera di una mano inferma
eppure la lettera ha forma e contenuti
che scottano e bruciano retine ed occhiali
come una nana bianca allegata al tuo giornale
Coro:
Ci sono solo facce e foto di persone
note che disconosco, per sentirmi più reale
ho spostato il punto di fuga sul temporale
che incombe su ogni fronte
e le mani le hai raccolte
le vocali molto storte
le vocali troppo storte
L'opera di una mano inferma
eppure la lettera ha forma e contenuti
che scottano e bruciano retine ed occhiaie
come una nana bianca allegata al tuo giornale
Ripeti coro//
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3. |
la sedia del tramonto
04:01
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Senso sesto nell'aria incendiata, è un divano art déco, tappezziere mancante
ascesa ogni scala per provviste residue, temendo un anticipo di inverno nucleare
la sedia del tramonto è vaiolo in incognito, la sedia del tramonto è uno sgorbio
nell'unico campo già buio pesto, cordiali saluti da un cappello di paglia
cordiali saluti da un cappello di paglia...
Senso sesto nell'aria screziata, prediletto il rosa che sferza le mura
nel castello di carta, tu sola edificante, tutto il resto maceria non più commerciabile
l'ascensore del tramonto è vaiolo in incognito, l'ascensore del tramonto è uno sgorbio
nell'unico campo già buio pesto, cordiali saluti da un cappello di paglia
cordiali saluti da un cappello di paglia...
Il tuo male, hai detto, si specchia nel fragore, a casa al caldo contando ore
di sciopero generale, diciotto da adesso, visto troppo, annientato il balcone
tormentato annientando il balcone, sparpagli molte cose, molte cose...
Siamo i soli a pregare davvero in questo posto, siamo i soli a pregare davvero
la semiotica dell'interno 20, osservato da altrove: casualità, tic, refuso
la semiotica dell'interno venti visto da altrove è: casualità, tic, refuso
casualità, tic, errore, scalpore... (ad libitum)
Siamo i soli a pregare davvero, siamo i soli a pregare davvero//
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4. |
il sonnambulo
02:48
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(Arativo dico, arativo dico)
Bonario sì, ma con del tempo alle spalle
dico solco e tu speculi sull'arte del vangare
silenziato il belato tra le fronde assorte
ma se tutto dorme, sto parlando nel sonno
c'è della gente che a guardarla senti il crampo e la pala
c'è un sacco di strada nell'arativo di domenica
certa gente non guardarla, senti il crampo e la pala
c'è un sacco di strada, c'è un sacco di strada (arativo dico, arativo...)
Rutti sparsi come moniti al soffitto
ma ogni casa è divelta, coreografia di una disfatta
benché resti l'acqua e ogni sua meraviglia
ho coltivato l'idea che tu sia sorta dalla torba
c'è della gente che a guardarla senti il crampo e la pala
c'è un sacco di strada nell'arativo di domenica
certa gente non guardarla, nell'arativo di domenica
senti il crampo e la pala, c'è della gente che a guardarla
senti il crampo e la pala (ad lib.), nell'arativo di domenica
(Arativo dico, arativo dico)
Bonario sì, ma con del tempo alle spalle
dico solco e tu speculi sull'arte del vangare
silenziato il belato tra le fronde pendule
ma se tutto dorme, sto parlando nel sonno
c'è della gente che a guardarla senti il crampo e la pala
c'è un sacco di strada nell'arativo di domenica
certa gente non guardarla, e l'arativo di domenica
c'è della gente che a guardarla, non guardarla, non guardarla,
senti il crampo e la pala (ad lib.), l'arativo, dico//
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5. |
hysterisma
03:56
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Vendi, compra, vendi, tendi al mutismo
ti ho chiesto un po' di calma e tu mi hai tolto la parola
verboso fino a sgolarti, il gesto della mano
indica la porta o una goffa transazione
(vendi più in fretta del carbone)
e il ferroviere metafisico ha lasciato casa
con la donna del peggior nemico, un freddo sofista
con la puzza sotto il suo Parnaso personale
recitare per recitare o per vendere
vendi, compra, vendi, tendi al vago, dico e non dico
per conquistare la ballerina a fondo sala
mi parlano di lei come di una vacca che - rursus prorsus -
percorre il lato buio della pista per la danza
Tutto liscio come linoleum, un elefante
nella stanza dei cristalli, muovo i primi passi
con l'incertezza di Bambi, notte fonda, ogni porta
chiusa a chiave, noi a girare
ho amato spesso e molto, ora non posso,
ora posso, ora non posso
vendi, compra, vendi, tendi al mutismo
ti ho chiesto un po' di calma e tu mi hai tolto la parola
verboso fino a sgolarti, il gesto della mano
indica - ah... - una goffa transazione
(vendi più in fretta del carbone)
un elefante nella stanza dei cristalli, muovo i primi passi
con l'incertezza di Bambi
Notte fonda, ogni porta
chiusa a chiave, noi a girare
ho amato spesso e molto, ora non posso,
ora posso, ora non posso, ora posso
ora posso//
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6. |
contemporanea (bianca)
03:04
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Altro che politica del dissesto, è normale che molto vada perso nel passaggio tra natura e individuo
per dire, ho sprecato molta acqua al fine di compromettere il raccolto di patate
una koinè particolare che ti porta a dire e a non dire, più a non dire che a dire, a dire il vero
È un parlare pregresso al pensiero, troppa gente con la faccia da cavallo (A-BI-GE-ATO)
è un parlare pregresso al pensiero, troppa gente con la faccia da cavallo (ABIGEATO)
Ciò non cambia la dura sostanza delle ultime stagioni, vedo fiori che soppiantano i giornali e i libri
tutte piante infestanti e soggetti privi d'ingegno, ho costruito sulla base dello sdegno, del malcontento
ed ora osservi turisti che scacciano i turisti dalla patria dei nonni (dei nonni dei nonni...)
una casa di sordi (per la scarsa abitudine a sentire)
Una scarsa abitudine a sentire, tutto scricchiola e nulla più marcisce, se non il pensiero
Harold Pinter in Carnia col cappello storto scrive agli amici di una nuova glaciazione,
di monti freddi come scarpe di cartone, probabilmente per troppo amore, ti voglio bene Ada
bene voglio Ada, bene Ada voglio...
Troppa gente con la faccia da cavallo (A-BI-GE-ATO), troppa gente con la faccia da mucca
o con la faccia da cavallo (ABIGEATO)
Ceausescu in Carnia col cappello nuovo scrive agli amici di un tramonto del tutto peculiare
vedo tornare ciò che ho perso tempo addietro, uno sgorbio di melo, un prosciutto ivi appeso
per le grandi occasioni della storia, mi son detto, lo sapevo, mi son detto//
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7. |
dilettanti
03:47
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Allentato un vecchio capestro, l'accaduto può bastare per campare
ma il dilettante ha sete e rincasa tra gli ultimi
desiderare di non desiderare, desiderare o non desiderare
a perdifiato in paese per le donne, il viso infossato dopo un lungo letargo
ma il dilettante è sveglio e vuol farsi bastonare
l'accaduto rinnega sempre ogni male (ogni male)
desiderare di non desiderare, ora non resta che osservare
le coscritte malnutrite e il sindaco in combutta con i boia del folklore
desiderare cose ottenute già da tempo, manca solo un lampo
a giustiziare il temporale, ma lo Spirito rimane (lo Spirito rimane...)
Allentato un vecchio capestro, l'accaduto può bastare per campare
ma il dilettante ha sete e rincasa tra gli ultimi
desiderare di non desiderare, desiderare o non desiderare
a perdifiato in paese per la sagra, il viso infossato per un lungo letargo
ma il dilettante è sveglio e può farsi bastonare
l'accaduto rinnega sempre ogni male (ogni male)
desiderare di non desiderare, ora non resta che osservare
le coscritte malnutrite e il sindaco in combutta con i boia del folklore
desiderare cose ottenute già da tempo, manca solo un lampo
a giustiziare il temporale, ma lo Spirito rimane (lo Spirito rimane...)
poi sereno e pace, poi sereno e pace
ma il dilettante ha fame e non sempre di cose
ma il dilettante è sveglio e non vuole mollare
dimenticarlo per non dimenticare (dimenticarlo per non dimenticare)
Ma lo Spirito rimane, lo Spirito rimane...//
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8. |
parco
02:27
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Il peso di un dialogo esteso a masse critiche
sono un villano e parlo come mangio
sempre poco, del tutto parco
e poi c'è lo sguardo, non severo ma contrito
scusa per il tinnitus (dong, ding, dong, ding)
dove c'era uno squillo, ora l'atrio è silenziato
non un passo sul selciato, i corimbi tarlati
il giardino un megafono rotto (dong, ding, ding)
mi scuso per il tinnitus
scusa il tinnitus
i corimbi tarlati
dove c'era uno squillo, un megafono interrotto
un megafono rotto (ding, dong, ding)//
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9. |
mitezza
02:44
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Niente libri,
lui cieco, lei analfabeta, eppure il pomeriggio non le pesa
ogni piacere è sempre accidentale come il piacere di guardare,
lei dice, ma cosa?
Ha un motivo per credergli, lui non trova la porta
il dialogo si basa su una goffa convenzione
lui parla, lei cuce le parole, per farne un maglione
benché la faccia sia rovente e il padrone quasi nudo
la padrona quasi assente, apparentemente (pressoché assente)
Un contratto di locazione che nessuno ha mai letto
lui sordo ed incline alla fine del progresso
pur tenendo accesa una radio di cartone
lei spera che sopporti la curva del calore
Ha un motivo per credergli, lui non trova la porta
il dialogo si basa su una goffa convenzione
lui parla, lei cuce le parole, per farne un maglione
benché la faccia sia rovente e il padrone quasi nudo
la padrona quasi assente, apparentemente
la padrona pressoché assente, apparentemente
pressoché assente, apparentemente//
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10. |
costa barbara (lacustre)
03:58
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Cari amici, vi scrivo da distanze insondabili, dodici anni sulla Costa Barbara
senza traccia della presenza agognata, ma l'indigena ha pelle chiara
e la chiamo come mi pare, gli zigomi sanno di sale, la pelle di faggio bruciato
la pelle di faggio bruciato sa, l'individuo abbandonato all'umanesimo colloquiale
rifiuta con forza ogni richiesta d'aiuto dal mare, un naufragio dovuto alla dialettica moderna
dico spesso che è tempo di parlare senza senso, senza senso
dodici anni di Costa Barbara purché la luce mi torni amica
l'isolamento è una scelta di vita da condividere in compagnia
solo in compagnia dell'indigena dalla pelle chiara
quando canta sposta la sabbia, vola la sabbia, torna la sabbia
dodici anni di Costa Barbara e una dialettica inumana
protratta quasi all'infinito
cari amici, vi scrivo da una distanza che non mi pare normale, dodici anni sulla Costa Barbara
senza traccia della presenza agognata, ma l'indigena ha pelle chiara
e la chiamo come mi pare, gli zigomi sanno di sale, la pelle di faggio bruciato
la pelle di faggio bruciato sa, l'individuo abbandonato all'umanesimo colloquiale
rifiuta con forza ogni richiesta d'aiuto dal mare, un naufragio dovuto alla dialettica moderna
dico spesso che è tempo di parlare senza senso (di parlarti senza senso)
dodici anni di Costa Barbara e l'indigena dalla pelle chiara canta
spostando la sabbia, volando la sabbia, tornando la sabbia
dodici anni di Costa Barbara...
(1994, costa barbara, Lago di Wörth, Austria)//
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11. |
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Il linguaggio è un inciampo, dici al macellaio
il linguaggio è una patacca, ma con altro non parlo
se non con ciò che insinuo, e la lingua spesso inciampa
nel costume incivile di voler dire altro
Il taschino bucato di un abito chiassoso
la nevrosi è un'altra cosa, il resto cancellato
il taschino bucato di un vestito feriale
la nevrosi è compagnia, il resto scarabocchio
Un foglio senza senso nel taschino consunto
dici al macellaio che non pensi ad altro
il meglio è arrivato con perfetto tempismo
ti ricordi di una sarta che ricamava rimorso
Il taschino bucato di un abito chiassoso
la nevrosi è un'altra cosa, il resto cancellato
il taschino bucato di un vestito feriale
la nevrosi è compagnia, il resto scarabocchio
Con la nevrosi tu ci parli, il resto scarabocchio
con la nevrosi uno ci parla, il resto bla bla
con la nevrosi ci vivevi, il resto ciarpame
con la nevrosi ci vivevi, tutto il resto letame, letame, letame
(Così ora sei solito ripetere)//
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12. |
un tremore
03:31
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Un misfatto, dici, ravvisato troppo tardi
da una parte il valium, dall'altra certi oggetti detestabili
l'estetica un'aberrazione dell'etica, senza contare, tu dici,
la condizione naturale del soggetto, all'anagrafe un inetto tendenzioso
con il forte sospetto che il tuo mondo al rovescio rubi tempo al suo pensiero
mutuato da un vecchio breviario richiuso anzitempo per un goffo malinteso
c'è un tremore manifesto, dal quel giorno ti penso stanchissima
Quel misfatto che tieni sopra ogni altra cosa
da una parte il tavor, dall'altra certe foto senza testa
un'esperta in repulsione, ma priva di posture, sul sedile reclinato
verso casa al buio; all'anagrafe un inetto tendenzioso
con il forte sospetto che il tuo mondo al rovescio rubi tempo al suo pensiero
mutuato da un vecchio breviario richiuso anzitempo per un goffo malinteso
c'è un tremore manifesto, dal quel giorno ti ripenso stanchissima
stanchissima
stanchissima
stanchissima//
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13. |
sara
02:59
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Questo è il fatto nell'inconscio collettivo, tra i bossi il fatto nel subconscio collettivo
molto gatto spacciato per coniglio o peggio e briciole sparse per confondere le allodole
ascolta la pulsazione nella braida sul crinale, molta caccia di frodo sta nell'aspettare
persone qualunque che amino il silenzio, non voglio questo ma questo è ciò che vedo
e sento il mio sangue o altro sangue o peggio, non voglio questo ma è ciò che vedo
un rivolo di strada che fiotta tra i versanti, ho chiamato a casa sperando di salvarti
Tu conosci tutti i santi che proteggono i viandanti, tu conosci tutti i santi (non ne nascono altri)
La pura suggestione nel subconscio collettivo, il fatto nel contesto rurale al tramonto
hanno appeso come un monito la lepre tra gli infissi, ho detto spesso basta senza svegliare un'anima
e sento il mio sangue o altro sangue o peggio, non voglio questo ma è ciò che vedo
un rivolo di strada che fiotta tra i versanti, ho chiamato a casa sperando di salvarti
Tu conosci tutti i santi che proteggono i viandanti, tu conosci tutti i santi (non ne nascono altri)
La pura suggestione nel subconscio collettivo, il fatto nel contesto rurale al tramonto
hanno appeso come un monito la lepre tra gli infissi, ho detto basta senza svegliare un'anima
e sento il mio sangue o altro sangue o peggio, non voglio questo ma è ciò che vedo
un rivolo di strada che fiotta tra i versanti, ho chiamato a casa sperando di salvarti
Tu conosci tutti i santi che proteggono i viandanti, tu conosci tutti i santi (non ne nascono altri)
Molto gatto spacciato per coniglio o peggio e briciole sparse per tornare indietro (ripeti)
tu conosci molti santi (tutti i santi), e ne attendiamo altri...//
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14. |
giardino
02:38
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La densità di una luna di mattone
sulla testa vuota di un'astante priva di ragione
eppure tutto si muove in precessione, Ornella,
ma in quale direzione? Verso il tuo gazebo larvale
e il tiglio di cartone, un mondo ridotto a volontà
e a concrezione del tuo nome, Ornella
e la luna di mattone - e le sue piante ipso facto vuote,
vuote, le sue piante ipso facto vuote, vuote -...
(Ripeti dall'inizio)
Aiuto, Signore//
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